Fitch Ratings alza il rating dell’Italia

Fitch Ratings ha alzato il rating di credito dell’Italia a BBB+, tre livelli al di sopra della categoria speculativa. Si tratta del primo miglioramento dal 2021 per la terza economia della zona euro. L’agenzia giustifica la decisione con una maggiore credibilità fiscale, una gestione più rigorosa dei conti pubblici e l’impegno del Paese a rispettare le nuove regole di bilancio dell’Unione Europea. Le prospettive associate al rating restano stabili.

Oltre agli aspetti numerici, Fitch sottolinea diversi fattori:

  • Stabilità politica: il governo Meloni, a differenza dei precedenti esecutivi spesso instabili, gode di una solidità rara, elemento che rassicura i mercati.
  • Riforme in corso: Roma prosegue le misure strutturali, in particolare legate al piano di rilancio europeo, migliorando competitività e fiducia degli investitori.
  • Equilibri esterni: la riduzione degli squilibri finanziari e commerciali rafforza il profilo di credito del Paese.

Questo miglioramento contrasta con il recente declassamento della Francia. Mentre Parigi soffre di instabilità politica e deficit persistenti, Roma si avvicina all’obiettivo del 3% del PIL, rafforzando la sua credibilità sui mercati. Per il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti, tale evoluzione conferma la strategia del governo, proprio mentre si prepara la legge di bilancio per l’anno prossimo.

I mercati obbligazionari riflettono già questo rinnovato clima di fiducia: lo spread tra i titoli decennali italiani e quelli tedeschi è sceso sotto gli 80 punti base, un terzo del livello registrato nel 2022. L’Italia appare quindi meno rischiosa agli occhi degli investitori internazionali.

Infine, l’attenzione si concentra ora su Moody’s, l’unica grande agenzia che mantiene l’Italia appena al di sopra della soglia speculativa. Altre agenzie (S&P, Morningstar DBRS, Scope) pubblicheranno le loro valutazioni entro fine ottobre, mentre Moody’s attenderà novembre. La prossima fase sarà capire se questa dinamica positiva verrà confermata o se l’Italia rimarrà condizionata dalla prudenza di alcune agenzie di rating.Fonte: www.ilboursa.com/